Il 7 maggio i passanti casuali davanti alla Cancelleria hanno assistito ad un inusuale via vai di donne.
Erano le 100 donne di maggior successo o aspiranti tali in Germania, che si sono riunite su invito di Angela Merkel.
Erano 100 donne che potevano dire: “noi ce l’abbiamo fatta o siamo sulla giusta direzione”. Dal loro andamento sicuro, dal modo di vestire e dai gesti sicuri di sé, si poteva percepire che si aveva a che fare con persone dal carattere forte, che le ha portate ad affermarsi in posizioni di leadership in campo scientifico, economico e politico: ambienti con una forte dominante maschile.
Secondo molti, questo incontro sembra essere stata una mossa strategica ideata da Angela Merkel, in vista delle prossimi imminenti elezioni.
Dopo le foto di rito dei fotografi e il discorso introduttivo della Cancelliera, le donne hanno iniziato a parlare delle loro esperienze in ambito lavorativo e delle discriminazioni quotidiane a cui sono sottoposte solo per il fatto di essere donne.
Ad una di esse è capitato che dopo essersi sposata, l’ufficio finanze non le ha più inviato le carte fiscali, perché secondo loro una donna, dopo il matrimonio, non ha più bisogno di lavorare.
La stessa Angela Merkel ha raccontato quando, mentre partecipava ad una discussione, le hanno chiesto se fosse pensabile una donna al contempo Cancelliera e madre. Lei ha risposto bruscamente: “E che diamine, anche Helmut Kohl aveva dei figli!”.
La politica, secondo le partecipanti, dovrebbe trovare delle situazioni che semplifichi, aiuti la donna in carriera nella cura e nella crescita dei figli, come il diritto ad avere un posto assicurato per il proprio bambino all’asilo.
“Avete lavorato tantissimo per raggiungere le vostre posizioni”, ha detto Angela Merkel nel suo discorso d’introduzione, “alcune di voi sono riuscite addirittura soltanto a partire dal 2011 o dal 2012 a raggiungere le vostre attuali posizioni di leadership. E questo grazie anche attraverso il dibattito pubblico. Pur se lentamente, si può affermare che qualcosa sta dunque cambiando all’interno della nostra società”.
“La prova sta nel fatto ad esempio”, ha aggiunto Merkel, “che la presenza delle donne nei consigli d’amministrazione delle più grandi imprese tedesche è salito dal 3 al 4 per cento dal 2011 al 2012”.
Angela Merkel rimane, al momento, ferma sulle sue posizioni delle “quote volontarie”.
Presente era solo Kristina Schröder, il Ministro della famiglia, che ha ideato e portato avanti il progetto della “quote volontarie”.
Tale progetto prevede che siano le imprese stesse a stabilire la loro percentuale di presenza di donne all’interno del consiglio d’amministrazione e di renderla pubblica sul loro sito web.
La sua rivale Ursula von der Leyen, a favore di un progetto di legge che impone la presenza obbligatoria del 20 per cento di donne, era incomprensibilmente assente.
Angela Merkel vuole introdurre legislativamente la quota obbligatoria del 30 per cento a termine delle elezioni nazionali.
A tal proposito il nuovo Berlinese ha seguito il dibattito su questo tema in Parlamento e redatto l’articolo: “Finiranno all’inferno tutte le donne che non si aiutano a vicenda” – Il ministro Ursula von der Leyen contro Angela Merkel e Kristina Schröder
Secondo Angela Merkel, si è di fronte ad un processo lento al quale bisogna coinvolgere anche gli uomini. Solo insieme si possono abbattere i ruoli tradizionali della società attuale e portare a considerare le donne in posizioni di comando come una cosa naturale e scontata:
Si tratta della questione “Famiglia e Carriera”. È importantissimo discutere il ruolo dei padri. Si deve raggiungere una divisione ragionevole delle responsabilità e dei compiti all’interno delle famiglie.
Un simile discorso lo aveva tenuto, lo scorso ottobre, al congresso internazionale FCEM delle imprenditrici a Berlino, sul quale abbiamo pubblicato il seguente pezzo: Le donne possono apportare il loro contributo all’economia – congresso internazionale FCEM delle imprenditrici a Berlino
Il prossimo anno è prevista un’altra riunione delle donne, questa volta, però, con la partecipazione degli uomini.