di Emilio Esbardo
Venerdì 17 giugno 2015, dopo un accesissimo dibattito, il Parlamento tedesco ha votato per l’avvio dei negoziati per un terzo pacchetto d’aiuti alla Grecia. A favore 439 deputati. Contrari 119. Astenuti 40.
La drammaticità della situazione era segnata sui volti incupiti dei politici di ogni schieramento. La decisione di Angela Merkel di appoggiare nuovamente il Governo di Atene era osteggiata non solo dall’opposizione, ma anche da componenti del suo proprio partito, che hanno come portavoce il Ministro delle finanze Wolfgang Schäuble.
Secondo la Cancelliera, il nuovo aiuto alla Grecia rappresenta la strada più sicura da intraprendere al momento. Una sua uscita dall’euro potrebbe creare il caos nel nostro continente.
Secondo Schäuble, questo rappresenta realmente un ultimo tentativo. Dal suo punto di vista, il nuovo pacchetto di aiuti non funzionerà. Con forte convinzione, senza nessuna autocritica, ha detto che se non si iniziano a fare proposte più realistiche, fallirà il progetto dell’Unione Europa.
Per il momento Angela Merkel è riuscita ad imporre la sua volontà. Ma deve stare molto attenta, perché con il tempo sempre più dissidenti si stanno schierando a favore del Ministro delle finanze. Secondo i sondaggi anche la maggioranza della popolazione è a favore di Wolfgang Schäuble.
Solo su un punto Merkel e Schäuble sono d’accordo: non vi sarà nessun taglio del debito.
Il terzo pacchetto di aiuti è stato ferocemente criticato dalla Sinistra. Sia Gregor Gysi, sia Sahra Wagenknecht, lo hanno definito come un’imposizione alla Grecia, attraverso il quale s’intende umiliare “la culla della democrazia”. Entrambi sono a favore del taglio del debito: soluzione necessaria per la ricrescita economica della nazione ellenica.