di Emilio Esbardo
Putin, da quando ho iniziato il mio mestiere di giornalista e fotografo, non era mai stato a Berlino. Era l’unica personalità di spicco che non avevo ancora immortalato in uno scatto.
Dopo 4 anni si è recato nella capitale tedesca su invito di Angela Merkel per partecipare al cosiddetto vertice del “Quartetto di Normandia” sul conflitto nel Donbass, al quale erano presenti anche il presidente della Repubblica francese François Hollande e il Presidente dell’Ucraina Petro Porošenko.
Al centro delle discussioni vi erano gli accordi di pace di Minsk e i successivi passi da intraprendere. Questo è stato il secondo vertice, dopo quello tenutosi l’anno scorso a Parigi.
Durante la conferenza stampa, Angela Merkel ha ammesso che “questa giornata non è stata così fruttuosa”. I leader sono rimasti d’accordo solo sul fatto di concedere a Poroschenko la possibilità di abbozzare una tabella di marcia, che possa innescare le condizioni necessarie per una pace duratura. Dunque una riunione di 5 ore, che non ha portato a grandi risultati immediati, ma che potrebbe creare i presupposti per degli accordi futuri.
Inoltre la Cancelliera ha aggiunto che, oltre alle questioni politiche, a lei premono anche le questioni umanitarie, come ad esempio la fornitura d’acqua a Lugansk.